L’agire sostenibile
Stefano Morellini, Vicedirettore Credito Emiliano ci parla di sostenibilità
Che cos’è la sostenibilità per il gruppo Credem?
«Per il nostro Gruppo la sostenibilità viene da lontano. Nasciamo, infatti, nel 1910 come Banca Agricola Commerciale e sin dalle origini era presente nei soci fondatori uno spiccato spirito imprenditoriale e una sana predisposizione agli affari, ma con la volontà di incidere positivamente e prestare attenzione al territorio, alla società e alle persone. Nel corso degli anni, abbiamo sviluppato un modello di business improntato all’eccellenza nella creazione di valore nel tempo, unitamente all’impegno nel fare le cose per bene, privilegiando l’attenzione agli impatti di medio e lungo periodo del nostro agire. Il percorso di sviluppo sostenibile che abbiamo intrapreso è impegnativo, richiede serietà, responsabilità e lungimiranza, ma è inequivocabilmente la strada giusta da percorrere, perché siamo convinti che non ci si possa limitare ad azioni tattiche o cosmetiche. La creazione di valore è oggi più che mai rilevante, considerando che le aziende non sono valutate soltanto per ciò che fanno, ovvero per i loro modelli di servizio e offerta, ma per come lo fanno e per la storia che raccontano; peraltro la pandemia, oltre a impattare sull’agire quotidiano delle persone, sta modificando anche i comportamenti e le percezioni, mettendo in discussione la fiducia verso istituzioni, imprese, politica e media. Questo cambio di scenario sposta anche il nostro paradigma e ci orienta a un’attenzione crescente verso la comunità e il territorio, l’etica e l’integrità del business, ci porta a operare in modo trasparente e ad avere cura delle persone: questi asset intangibili incidono in modo sempre più significativo sul valore di mercato e su come le stesse aziende vengono percepite».
Ciò significa avere una sensibilità sociale più elevata?
«Non possiamo prescindere da uno sguardo attento e profondo al contesto sociale:
– le giovani generazioni mostrano una spiccata sensibilità verso la sostenibilità: nove millennial su 10 ritengono centrale che le aziende sviluppino meccanismi concreti di Esg (environmental, social e governance) integrati nei propri processi di business;
– i millennial e la generazione Z, in particolare, rappresentano circa un quarto dei lavoratori italiani (26,6%) e sono convinti portatori di queste aspettative.
Essere socialmente responsabili significa includere le loro attese, non solo per un possibile vantaggio reputazionale, ma soprattutto per governare meglio i rischi, cogliere rapidamente le opportunità e accelerare la spinta all’innovazione. Nel ridefinire il lavoro del nostro futuro, un ruolo determinante è giocato dalla digitalizzazione che abilita processi più rapidi e veloci, ma richiede anche un’attenzione maggiore al contesto che ci circonda e all’ambiente esterno (remote e smart working riducono gli spostamenti), unitamente alla capacità di soddisfare in modo nuovo i bisogni della clientela (consulenza evoluta e in real time). Volutamente non tralascio l’attenzione da porre all’educazione finanziaria e al supporto psicologico, quando serve, per clienti e dipendenti: una sensibilità che sta diventando un obiettivo sempre più strutturale, insita nel ruolo di fare banca!»
Avete recentemente redatto il “Report di sostenibilità”: di che cosa si tratta?
«Posso affermare che il nostro “Report di sostenibilità”, di recente pubblicazione, include un piano strategico che impatta sul capitale umano, finanziario e naturale del Gruppo. Per quanto riguarda il capitale umano, la qualità delle persone, in continuità con la nostra storia, resterà un fattore differenziante e garantito dal nostro modello di competenze, che si attiva sin dalla fase dell’ingresso in azienda. Continueremo a erogare una formazione qualificata, durante l’intero ciclo di vita professionale (nel 2020 oltre 36.500 giorni), e a monitorare la salvaguardia della diversità come fattore competitivo. Abbiamo recentemente ottenuto la certificazione equal salary, che attesta l’assenza di un gender pay gap tra donne e uomini: vogliamo garantire condizioni competitive tra i generi, che devono necessariamente essere orientate dal merito».
E per quanto riguarda l’attenzione del Gruppo nei confronti dell’ambiente?
«Non dobbiamo trascurare il capitale naturale: abbiamo bisogno di un pianeta sano per continuare a vivere e a crescere. Proprio per questo motivo abbiamo definito un piano di efficientamento che mira a ridurre le emissioni del Gruppo entro il 2023 mediante azioni dirette e concrete. Raggiungeremo la carbon neutrality entro il 2025, compensando tutte le nostre emissioni residue e non evitabili attraverso crediti di carbonio certificati».
Che cosa percepiscono i clienti di questa progettualità?
«Abbiamo recentemente condotto un’indagine settoriale e abbiamo verificato che la conoscenza sulla sostenibilità è ancora generica: c’è un’attenzione crescente sui temi dell’ambiente e del sociale, ma poca consapevolezza, ad esempio, della responsabilità di governance delle aziende. Un dato interessante che sostiene e incoraggia il lavoro che stiamo portando avanti riguarda la percezione dei nostri clienti: per oltre il 75% degli intervistati il Gruppo Credem è più attento dei competitor, ma ci dicono anche (8 clienti su 10) che vorrebbero essere maggiormente informati sulle nostre azioni e la quasi totalità gradirebbe esserlo attraverso i canali digitali. Sono stimoli importanti e di contenuto, che ci confortano nel proseguire con convinzione sulla strada intrapresa».
Qual è l’andamento degli investimenti sostenibili promossi dall’area Wealth management del Gruppo?
«Il capitale finanziario è uno strumento formidabile per assicurare il corretto funzionamento del nostro Gruppo. Nel 2020 gli investimenti sostenibili e responsabili promossi dall’area Wealth Management sono cresciuti di oltre il 120% rispetto al 2019: si tratta di investimenti in imprese capaci di generare un plusvalore economico, coniugando parametri tradizionali (rischio e rendimento) a fattori ambientali, sociali e di buon governo».
Perché è così importante promuovere la sostenibilità all’interno del vostro Gruppo?
«Pensare e agire in modo sostenibile, in sintesi, è qualificante perché:
• ci consente di offrire al mercato una proposta valoriale distintiva;
• gli stakeholder sono sempre più attenti e interessati alle aziende con elevati indici di sostenibilità;
• ha impatti diretti e positivi sul business e sulla reputazione;
• migliora la qualità del lavoro, la produttività e la soddisfazione delle persone;
• guarda con sempre maggiore profondità alle esigenze dei giovani, che rappresentano il futuro del pianeta;
• è attuale e coerente con la digitalizzazione dei processi, delle esperienze e del Paese.
Per concretizzare l’“agire sostenibile“ dobbiamo focalizzare l’attenzione non solo su “che cosa facciamo” e sul “perché lo facciamo”, ma soprattutto sul “come lo facciamo”, acquisendo la capacità di misurare costantemente gli impatti generati dalle nostre azioni e mantenendo un orientamento robusto sul valore generato e distribuito ai nostri stakeholder».