Il tempo, misura di ogni cosa
Stéphane Vacher, Responsabile Comunicazione Private Gruppo Credem
Siamo forse abituati a valutare i nostri risparmi soltanto con unità di misura quantitative: il loro controvalore economico, la percentuale di rendimento o i loro costi di gestione. Sono certamente criteri importanti, ma che trascurano una componente essenziale del rapporto di ciascuno di noi con il proprio patrimonio: il tempo. Il tempo lungo dell’accumulo che è stato necessario per costruirlo o ereditarlo dai padri o nonni. Il tempo lungo della gestione per la sua ottimizzazione nel corso di tutte le fasi del ciclo della nostra vita.
Il tempo lungo che abbraccia anche le prossime generazioni per tramandarlo ai nostri eredi. Senza la consapevolezza di questa dimensione temporale, che ci unisce tramite un filo invisibile a chi ci ha preceduto e a chi prenderà il testimone, non riusciamo a capire la dimensione anche emotiva che ci lega al nostro patrimonio. Proprio per questo motivo, abbiamo deciso di dedicare il numero 5 di BePrivate alle tematiche di protezione e continuità generazionale.
Nel suo editoriale di apertura, Angelo Campani parte con l’analisi di un paradosso che investe il risparmiatore italiano che vuole proteggere il suo patrimonio, ma in realtà lo espone spesso a rischi invisibili; è un risparmiatore che ha nella trasmissione ai suoi eredi uno dei principali obiettivi di investimento, ma in realtà non pianifica la propria successione.
In questo numero, Emanuele Sacerdote ci spiega, in una conversazione con una giovane futura erede, quanto l’equilibrio tra passione e logica siano essenziali per gestire al meglio il trasferimento di ricchezze, che non si limitano a essere solo fisiche, ma sono anche emozioni, affetti e valori. E quante emozioni, quanti ricordi, quanto impegno nei racconti nelle tre “sorelle” della Famiglia Cotarella, imprenditrici vinicole protagoniste di un ricambio generazionale in un universo molto maschile e di un’operazione di rebranding molto accattivante. Salendo in gradazione alcolica, la testimonianza di Giuseppe D’Avino ci racconta la chimica nata decenni fa tra il liquore Strega e il premio letterario che porta il suo nome, a dimostrazione del fatto che, nel tempo, il valore di un’azienda si può anche arricchire di un patrimonio di visibilità e di incontri. E con Antonio Monzino, che da piccolo girava l’Italia con il papà alla ricerca dei migliori legni del Trentino e delle migliore tecniche liutaie nel Cremonese, capiamo anche il valore etico e sociale di un’eredità.
Ma il nostro itinerario non vuole essere soltanto una collezione di esperienze e racconti. Vogliamo anche offrirvi soluzioni e risposte concrete alle esigenze di protezione e di pianificazione. Per cui, con il contributo di Credem Vita, di Cnp Vita e Wealins facciamo una panoramica completa sullo stato dell’offerta assicurativa, tradizionale per la copertura dei rischi, e finanziaria, analizzandone caratteristiche e vantaggi per superare ciò che Nicola Ronchetti nel suo articolo analizza come una caratteristica del cliente private italiano: essere strutturalmente sotto-assicurato rispetto ai suoi cugini europei e anglo-sassoni.
Essere affiancato da un consulente in grado di analizzare le situazioni personali è essenziale in questo percorso, che parte dalla rilevazione delle effettive esigenze di protezione, e arriva alla pianificazione della strategia successoria oppure alla gestione della continuità aziendale anche attraverso operazioni di corporate finance straordinarie. Ed è su questo tema che Gianluca Rondini ci racconta la sua esperienza concreta. Competenza del consulente al quale si possono affiancare professionisti delle strutture di advisory che lo supportano.
Soltanto da capitali pazienti si possono ottenere strategie di crescita durevoli nel tempo, sostiene Giovanni Tamburi, in un’intervista dove spiega che troppo spesso pretese di rendimento di breve periodo entrano in conflitto con lo sviluppo sostenibile delle aziende.
Un viaggio, in questo numero del magazine, che unisce testimonianze di provenienze e orizzonti molto variegati. Perché riteniamo che dall’unione di punti vista così diversi possano nascere prospettive nuove. Un viaggio, quindi, nel tempo lungo multigenerazionale, ma anche nello spazio delle idee.