In cerca di doppio rendimento


Donato Giannico
, responsabile per l’Italia di Raiffeisen Capital Management, parla di sostenibilità e di come essa sia diventata parte integrante del modello di business dell’asset manager austriaco.

Il mondo finanziario ha sposato la sostenibilità e, con l’avvento della normativa Sfdr, è stata posta la prima pietra per cominciare a classificare i fondi sostenibili. Ciononostante, c’è ancora molta strada da fare, soprattutto per distinguere una sostenibilità “genuina” dal greenwashing. Qual è la lettura di Raiffeisen in merito?

«Noi di Raiffeisen siamo paladini della sostenibilità “genuina”. Infatti, ci piace rimarcare che un asset manager, prima di gestire i portafogli dei clienti privati e istituzionali, deve avere un modello di business sostenibile. La coerenza in questo ambito è un fattore fondamentale, anche perché oggi la sostenibilità si può misurare con un livello di precisione molto elevato e quindi, per quanto ci riguarda, il concetto è chiaro: se non sei o non diventi una società sostenibile, difficilmente potrai fare bene il gestore di portafogli sostenibili. È importante che ci sia coerenza tra ciò che si è e ciò che si fa ed è questo l’unico modo per evitare quello che, in termine tecnico, viene chiamato greenwashing, cioè un ambientalismo di facciata».

Qual è l’impegno diretto della vostra società?

«Per quanto ci riguarda, abbiamo una storia alle nostre spalle che corrobora l’impegno che abbiamo assunto in materia di sostenibilità. La nostra banca, Raiffeisen Banking International (Rbi), prende il nome da Friedrich Wilhelm Raiffeisen, che è stato uno dei più importanti riformatori sociali dell´800 in Germania e in Austria e ha inserito il cooperativismo nel mondo bancario, tanto che già nel 1862 nascevano le prime cooperative bancarie austriache che portavano il suo nome. Abbiamo un Dna sostenibile fin dalla nascita (1886), perché il concetto di banca cooperativa è nato proprio sul microcredito. I soci di Rbi furono contadini, artigiani, braccianti e commercianti e, successivamente, con il sostegno dei governi regionali dei Länder che furono conquistati dal progetto, vennero rapidamente fondate numerose banche Raiffeisen. Oggi Rbi è una realtà completamente sostenibile, eletta per il quinto anno consecutivo la migliore istituzione finanziaria sostenibile in Austria. Dal 2004 la banca redige il bilancio sostenibile e misura il carbon footprint dal 2011, ancora prima dell’agenda 2030, i cui obiettivi saranno centrati entro l’anno, quindi con quasi 10 anni di anticipo. Rbi è anche inclusa nell’indice di sostenibilità alla borsa di Vienna. Raiffeisen Capital Management (Rcm) è la società di gestione del gruppo Rbi e opera dal 1985. Fin dagli inizi del secolo ha lanciato i primi fondi etici e oggi è una realtà completamente sostenibile».

Nella pratica, che cosa significa essere una realtà completamente sostenibile?

«Su tutti i portafogli gestiti, Rcm ha deciso di escludere completamente i titoli che riguardano:

• i derivati sulla speculazione alimentare;

• le armi controverse;

• il carbone, cioè le aziende la cui attività principale consiste nella fornitura o nell’uso del carbone.

In aggiunta, i fondi definiti Sri sono connotati da un processo d’investimento che include tutte le sette strategie di investimento sostenibile definite da Eurosif, il forum europeo per la finanza sostenibile, che sono:

– esclusione: si tratta dell’esclusione di singoli emittenti o settori o paesi dall’universo investibile in base a determinati principi e valori;

– norms-based screening: selezione degli investimenti che si basa sul rispetto di norme e standard internazionali;

– best-in-class: approccio che privilegia gli emittenti migliori all’interno di una categoria o di una classe di attivo;

– engagement & voting: attività di dialogo con l’impresa su questioni di sostenibilità e nell’esercizio dei diritti di voto legati alla partecipazione al capitale azionario;

– Esg integration: integrazione dei criteri Esg nell’analisi finanziaria;

– impact investing: investimenti finalizzati a generare un impatto ambientale sociale positivo e misurabile, con un ritorno finanziario;

– investimenti tematici: investimenti sostenibili legati a temi specifici quali, ad esempio, l’ambiente e i cambiamenti climatici».

Come vi siete posti nei confronti delle istituzioni che operano in questo campo?

«Per noi, è importante ricordare che:

• Rcm ha sottoscritto i “Principles for responsible investment” (Pri), promossi dalle Nazioni Unite nel 2006 per favorire la diffusione dell’investimento sostenibile e responsabile tra gli investitori istituzionali;

• Rcm è membro dell´Eurosif, del Fng (ente certificatore) e del forum della finanza sostenibile italiano;

• tutta la gamma dei prodotti Rcm è catalogata all’interno della nuova normativa Sfdr 2088 (su 60 fondi, 19 ricadono sotto gli art. 8 e 9, i rimanenti sotto l’art. 6, ma “in scope”, cioè pienamente sostenibili) e tutti sono certificati Ecolabel;

• tutti i fondi “Sri” di Rcm hanno ricevuto importanti certificazioni: su 19 fondi Sri, 13 hanno cinque globi di sostenibilità da parte di Morningstar (punteggio massimo), il certificato di trasparenza di Eurosif e la certificazione Ecolabel dal governo austriaco;

• nel 2018 Rcm è stata contattata dalla conferenza episcopale austriaca (Cea) e ha creato una linea di fondi dedicata agli enti religiosi: si tratta di una nuova serie di strumenti chiamata PaxetBonum, proprio per rimarcare la vicinanza ai principi della dottrina sociale della chiesa austriaca; 

• all’indomani (2020) della pubblicazione dei principi e delle linee guida per gli investimenti degli enti cattolici da parte della Conferenza episcopale italiana (Cei), a ben 12 fondi Rcm è stata riconosciuta la certificazione Nummus, l’ente certificatore di portafogli conformi alle linee guida emanate appunto dalla Cei.

Infine, il chief investment officer di tutti i portafogli sostenibili della Sgr, Wolfgang Pinner, lavora da 20 anni sugli investimenti sostenibili ed è considerato, a livello europeo, uno dei personaggi più autorevoli in questo ambito, non solo per le sue pubblicazioni e ricerche, ma anche perché partecipa attivamente a una serie di tavoli sul mondo Esg, tra i quali l´Eurosif, e collabora all´interno del nostro gruppo bancario con il Ministero della sostenibilità austriaco per il progetto Clima 2030».

Rcm sta lavorando insieme al gruppo Credem da circa un anno e mezzo a un progetto strategico chiamato “Esg  Transition”. Quali sono le sue caratteristiche?

«Si tratta appunto del progetto “Esg Transition” dell’area Wealth del gruppo Credem. Nel 2019 Raiffeisen Capital Management è stata scelta per realizzare questo importante progetto da cui è nata una partnership. Forti della nostra tradizione sulla sostenibilità, dall’inizio del 2020 stiamo trasferendo a Euromobiliare Advisory Sim, Euromobiliare Sgr e Credemvita cultura competenze e processi su tre differenti argomenti, diventati veri e propri “cantieri” di lavoro. Gli obiettivi del progetto, che ha una durata di tre anni, sono stati decisi dallo stesso Gruppo, con la finalità di aumentare significativamente la sostenibilità nell’area Wealth e nei suoi stakeholder. Il ruolo di Rcm è di “consulente strategico” e, quindi, in totale assenza di conflitto di interessi; collabora sistematicamente attraverso un cronoprogramma molto dettagliato con le funzioni responsabili delle società del gruppo Credem per migliorare il livello di sostenibilità sugli obiettivi di progetto. Tra questi, il più sfidante sarà soprattutto coinvolgere il polo Credem per trasferire, attraverso un programma formativo a distanza, tutte le logiche della sostenibilità applicate alla finanza e, in particolare, ai prodotti gestiti e di consulenza. Si tratta di un lavoro di formazione nel quale sono previsti contenuti definiti di alto livello di sostenibilità, perché dimostrano che un eccellente processo di selezione e investimento sostenibile contribuisce, nella stragrande maggioranza dei casi, a creare quello che in Rcm è chiamato “doppio rendimento”. Noi siamo convinti, infatti, che si debba pensare non solo a ottenere un impatto più sostenibile sul nostro pianeta (E), sulla popolazione (S) e sull’azienda (G), ma anche un rendimento maggiore e, molte volte, un rischio finanziario minore».

Questo progetto vi vede direttamente coinvolti con la piattaforma “Investiresostenibile”. Di che cosa si tratta? Come è strutturata?

Sì, ma è opportuno precisare che, nell’ambito del progetto “ESG Transition” è stato deciso di usare come canale di comunicazione una piattaforma ad hoc, chiamata GWA Next di Euromobiliare Advisory SIM, per i consulenti finanziari e i private banker del gruppo Credem, al fine di accedere ai contenuti info-formativi. “Investiresostenibile”, invece,

è una piattaforma formativa, neutrale, con contenuti multimediali, disegnata specificatamente per private banker e consulenti finanziari, cosi come per i clienti privati, a scopo esclusivamente didattico e informativo, con focus sulla finanza sostenibile e i principi Esg. La funzione è fare un’opera di sensibilizzazione che coinvolga il più ampio numero di soggetti sul territorio italiano. È fruibile tramite libero accesso ed è strutturata in sei sezioni, alimentate, sia da contenuti scritti, sia da video, che riguardano i seguenti argomenti:

1. environmental;

2. social;

3. governance; 

4. esperienze;

5. finanza sostenibile; 

6. novità.

A questo proposito, è importante sottolineare che tutti i contenuti della piattaforma (circa 200) non hanno nessun riferimento ai fondi di Rcm e molti di essi sono pillole video, completamente riprese dal nostro team, che possono essere condivise anche con i clienti privati. L’area Wealth di Credem ha scelto una parte dei contenuti presenti sulla piattaforma».

Che cosa c’è all’interno delle sezioni?

«Ciascuna sezione contiene strumenti informativi quali ricerche, interviste, inchieste e video riguardanti argomenti collegati alla categoria di riferimento, che sono tutti a loro volta condivisibili qualora vi fosse la necessità di farlo. Se li si analizzano nello specifico si vede che:

– nella sezione “environmental” si possono trovare inchieste sull’innalzamento dei mari, sulla bioeconomia o sull’economia circolare in Italia;

– nella sezione “social” sono trattati temi quali la mobilità sociale, l’edilizia sostenibile e le città sostenibili;

– nella sezione “governance” si affrontano le diversità etniche e di genere;

– in quella legata alle “esperienze” sono presentate alcune testimonianze, attraverso video illustrativi e formativi, direttamente ripresi dal nostro team, sulle criticità causate dall’inquinamento e dallo sfruttamento delle risorse naturali a livello globale;

– in “finanza sostenibile” si trovano strumenti didattici per imparare come la finanza e la sostenibilità possono incontrarsi: quali sono gli strumenti finanziari a disposizione del cliente, quali sono le peculiarità della finanza sostenibile, qual è il rendimento delle società sostenibili. In questa sezione consigliamo di prestare attenzione ai video (al momento circa 30) denominati “Confronti insostenibili”, che dimostrano in modo incontrovertibile come i titoli sostenibili sono migliori di quelli che non lo sono; 

– in “novità”, vengono invece inseriti i temi e le pubblicazioni più recenti.  

La piattaforma prevede anche un’area personale, cui è possibile accedere con un log in. L’obiettivo è offrire uno strumento al consulente per organizzare un evento personalizzato per i propri clienti, grazie a una realizzazione multimediale alimentata dai contenuti presenti nel sito di “Investire sostenibile”. Questi ultimi si trovano all’interno di una sezione dedicata, chiamata “Percorsi”, la cui finalità è mettere a disposizione diversi video che mostrano e dimostrano che i titoli meno sostenibili hanno un profilo rischio/rendimento meno “efficiente” di quelli più sostenibili. La sezione è suddivisa in quattro parti, arricchita da 50 video e tocca i seguenti argomenti:

– “Cosa accade al nostro pianeta e perché non c’è più tempo?”.

– “Il risparmiatore: un complice inconsapevole al quale fornire evidenze tangibili”.

– “Il doppio rendimento dei tuoi risparmi”.

-“La finanza sostenibile non vuole dire beneficenza, anzi!”. 

La presenza della funzione “Editor”permette al consulente finanziario di creare i propri video attingendo dai contenuti forniti nelle quattro aree sopra menzionate, mentre “Player” consente la proiezione del filmato che è stato realizzato. Abbiamo lavorato a questo progetto per tutto il 2020 e oggi, a distanza di oltre un anno, possiamo dire che siamo estremamente soddisfatti dei risultati».

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Responsabile Clienti Istituzionali Fondi&Sicav

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