Senior cohousing, un modo di vivere insieme
L’allungamento delle aspettative di vita porta inevitabilmente a soddisfare nuove esigenze, tra le quali la necessità di intessere rapporti sociali che rendano meno solitaria la quotidianità. In questa visione si inseriscono i modelli di coabitazione, soluzioni abitative dove «i residenti possono mantenere le proprie abitudini, la propria socialità, la propria indipendenza, ma con una protezione costante, anche se discreta». Di questo tema parla Mariuccia Rossini, presidente del Gruppo Over.
Come e quando è nata l’idea di Over – tutta un’altra vita?
«L’idea nasce da un’esigenza visibile nella società. Tutto è cambiato, l’aspettativa di vita continua a crescere e così Over propone un approccio innovativo che punta alla salute anziché alla malattia. Forti di oltre 20 anni di esperienza nel mondo delle Rsa e delle case di riposo, io e Lino di Lernia ci siamo accorti che una forbice tra il 10% e il 20% dei ricoverati lo è “impropriamente”: si tratta di persone autosufficienti o con qualche fragilità che all’interno delle Rsa non trovano coetanei con cui condividere tempo e passioni. Per questo motivo, nel 2020 abbiamo voluto creare un modello residenziale nuovo, a favore di questo specifico target, che permetta di non rinunciare all’autonomia, ma allo stesso tempo di vivere in uno spazio sicuro e protetto. Questo è il nostro modello e la filosofia di Vivere Over: luoghi in cui, appunto, vivere e non invecchiare».
Perché avete deciso di inserire il payoff “tutta un’altra vita”?
«“Tutta un’altra vita” descrive e posiziona Over come una realtà in grado di offrire un luogo alternativo dove vivere la terza e la quarta età, continuando a coltivare amicizie e interessi, in un contesto sicuro e protetto. Over diventa così uno stile di vita, uno stato d’animo, un nuovo modo di vivere e dare valore al proprio presente. È una filosofia, un nuovo approccio al modo di condurre l’esistenza che nei nostri Over Senior Residence è proprio “Tutta un’altra vita”».
Cosa vuole dire svolgere un’attività nella silver economy?
«La silver e longevity economy sono un ecosistema complesso e dinamico, che rappresenta l’insieme di opportunità economiche legate al target dei silver; pertanto, parliamo di una filiera estremamente ampia e variegata e destinata a crescere a livello globale come conseguenza del continuo invecchiamento della popolazione. Le esigenze di un silver sono molteplici e hanno alle spalle un insieme integrato di prodotti e servizi legati a tutti i settori merceologici come, ad esempio, l’education, il digitale, il food, il real estate e l’healthcare. Noi come gruppo Over stiamo rivoluzionando il modo di vivere degli anziani in Italia, grazie alla creazione di soluzioni abitative e servizi per la terza e quarta età. Ogni giorno ci impegniamo a innestare un cambiamento culturale orientato al miglioramento della qualità di vita degli over 65, costruendo un mondo in cui l’anzianità non è un limite».
Che cosa spinge gli anziani a vivere in un Over Senior Residence?
«Il fatto di sentirsi soli e la ricerca di una socialità attiva. Conosco personalmente alcuni dei nostri ospiti che hanno cambiato vita con coraggio e determinazione, ma anche senza nessun tipo di rimpianto o pentimento. Perché in Over hanno trovato una nuova casa che, come mi ha detto il signor Lorenzo, di 92 anni, nostro ospite a Sanremo, “qui mi sento a casa, ma in compagnia”. E io aggiungo: senza i problemi di casa, perché alla manutenzione, alle bollette da pagare ci pensano i nostri dipendenti. In alcuni casi si è trattato di un’occasione propizia, un’opportunità, un evento favorevole e fortunato che ha finalmente permesso il riscatto e la possibilità di realizzare la vita da sempre sognata. In altre situazioni accade proprio l’opposto: un evento negativo come una malattia, un lutto, una perdita o la famiglia lontana (figli e parenti), spingono le persone anziane al cambiamento.Questo nuovo modo di vivere dà sicurezza, sia al senior, sia al suo caregiver, lasciando a entrambi più spazio e autonomia. I nostri driver, mancanza di sicurezza e solitudine, trovano piena risposta in questo nuovo modello che corrisponde ai bisogni di oggi: è funzionale senza essere invasivo. La nostra proposta Vivere Over propone una residenzialità che permette di riunirsi, fare socialità, prendere parte a manifestazioni culturali e artistiche. E allo stesso tempo di mantenere i propri spazi domestici».
È cambiato il modo in cui le persone anziane affrontano la vecchiaia?
«Assolutamente sì, il modo in cui le persone anziane affrontano la vecchiaia è in continua evoluzione. Una volta vista come una fase della vita da subire, oggi la vecchiaia è sempre più considerata un’opportunità per vivere appieno. Questo cambiamento è influenzato da diversi fattori.
Innanzitutto, la cultura e la mentalità stanno evolvendo: c’è una crescente consapevolezza dell’importanza di una buona qualità della vita anche in età avanzata. Molti anziani, infatti, vedono la vecchiaia non come un declino, ma come un momento per scoprire nuove passioni, dedicarsi a hobby e vivere esperienze significative. Inoltre, la tecnologia ha rivoluzionato il modo in cui gli anziani interagiscono con il mondo. Smartphone e social media permettono di rimanere connessi con amici e familiari, contrastando la solitudine e favorendo una maggiore socializzazione. Anche il settore della salute ha fatto passi da gigante. Grazie ai progressi della medicina e della ricerca, le persone vivono più a lungo e in salute. Gli anziani sono sempre più informati sulle tematiche legate al benessere e proattivi nel prendersi cura di sé. Infine, le reti sociali e le comunità stanno assumendo un ruolo sempre più importante. Molti anziani cercano nuove forme di socializzazione, frequentando centri di attività o unendosi ad associazioni. In questo modo, possono costruire relazioni significative e trovare un senso di appartenenza».
A quale clientela vi rivolgete?
«Ci rivolgiamo a over 65 autosufficienti, offrendo loro un luogo in cui vivere e non invecchiare. I nostri ospiti sono principalmente donne, con un’età media di 80-85 anni. Spesso si tratta di persone che hanno figli che però vivono lontano o non hanno la possibilità di prendersi cura dei propri cari. Ricordo che in queste strutture i familiari possono fare visita ai nostri ospiti quando preferiscono, senza alcun vincolo di orario e senza dovere prendere appuntamento come accade in altre realtà».
Quale tipo di domanda soddisfate?
«Andiamo a soddisfare la domanda degli ospiti stessi e dei loro caregiver: la necessità è trovare un ambiente in cui l’anziano possa sentirsi protetto e non più solo. In cui possa mantenere la propria libertà e le proprie abitudini. Gli Over Senior Residence hanno la capacità di coniugare indipendenza e assistenza, offrendo agli anziani un ambiente in cui possono continuare a vivere in modo autonomo all’interno di appartamenti e camere moderne e funzionali. Dall’altra parte, l’implementazione di sistemi domotici e l’impiego di dispositivi e programmi avanzati, permettono di agevolare il lavoro degli operatori e di garantire un monitoraggio accurato degli ospiti».
Come si differenziano i vostri servizi rispetto a quelli offerti da una Rsa?
«Le differenze tra un Over Senior Residence e una Rsa riguardano principalmente la tipologia di assistenza fornita e il livello di autonomia dei residenti. Da noi c’è una modalità abitativa per over 65enni autonomi che desiderano semplicemente un supporto per la gestione di attività quotidiane, come, ad esempio, la pulizia della casa, la spesa o il ritiro di farmaci. Sono luoghi sicuri e protetti in cui gli ospiti possono seguire le proprie abitudini, senza orari e costrizioni, con la possibilità di socializzare, invitare ospiti o portare con sé i propri animali di compagnia, ma potendo comunque contare su un’assistenza continua e discreta, supportata dalle moderne tecnologie e da sistemi di domotica integrati. Una Rsa, al contrario, è una struttura residenziale per anziani che necessitano di assistenza sanitaria e supporto continuativo nelle attività quotidiane».